giovedì 24 febbraio 2011

Milano: il quadrilatero della moda




Dici quadrilatero della moda e il pensiero va alle file interminabili da Tiffany, alla freddezza del negozio di Chanel, al monogramma di LV. Ho voluto spendere qualche parola per questa meta famosa in tutto il mondo per dimostrarvi che c'è molto di più. Innazitutto, il momento perfetto per godere veramente di questa zona, guardare le vetrine, spiare nei cortili liberty, osservare l'architettura gentile di palazzi carichi di storia è la sera, quando la frenesia del mattino (c'è sempre un cantiere aperto, sempre un crocchio di operai a fare casino) aspetta di ricominciare e i gruppi di giapponesi all'assalto non sono in zona. La sera c'è un silenzio quasi magico, le luci sono calde, nessun pericolo in vista, solo qualche coppia in cui lei indica a lui la borsa che desidera.


La leggenda dice che Dolce e Gabbana, nel periodo del loro massimo successo, un palazzo alla volta si siano comprati mezzo quadrilatero, sarà vero? E' certo che quello che una volta era un vero e proprio quartiere di ricchi borghesi, intellettuali e nobili decaduti ora la sera di spegne e si svuota. Qui infatti hanno vissuto Cattaneo e Carlo Porta; nel Caffè Cova (via Montenapoleone 8), un'istituzione dal 1817, hanno bevuto il caffè Mazzini, Garibaldi, ma anche scapigliati e i primi, veri, grandi giornalisti milanesi. Ma la storia non finisce qui: oltre al museo della storia in via Sant'andrea -che non brilla per originalità, ma le mostre temporanee valgono una visita, così come il palazzo che lo ospita- in via Santo Spirito c'è una delle case-museo meglio conservate di tutta Europa, la Casa museo Bagatti Valsecchi: un vero tuffo nella cultura Ottocentesca, una collezione che toglie il fiato (il museo è aperto dal martedì alla domenica dalle ore 13 alle ore 17.45). 

Si, ma i negozi? Il quadrilatero in sé è più grande si quanto si pensi, offre un negozio per ogni tipo di persona ed esigenza, ovviamente rimanendo nell'ambito del lusso. Ho deciso quindi di segnalarvi le mie tappe abituali, i negozi che ci sono ma non si vedono. Per quanto riguarda la vecchia Milano, Sermoneta ha un piccolo ma bellissimo negozio di soli guanti di alta qualità, centinaia di colori e prezzi abbordabili (un paio di guanti in vitello con interno in lana li ho pagati 33 euro 3 anni fa, giusto per darvi un'idea). Le vetrine più creative, colorate e divertenti sono quelle di Moschino, se ve le perdete andate sul sito dove c'è un bell'archivio mese per mese. Non posso poi rinunciare ad andare da Marni, nel negozio di abbigliamento (firmato, come tutti gli altri, dallo studio Sibarite) che sembra vuoto ma è pieno di capi, o nel piccolo e pienissimo negozio di accessori qualche via accanto. Balenciaga è un altro paradiso di arredamento d'interni: non aspettatevi schiere di volgarissime City pronte per farsi portare a casa, qui la parola d'ordine è stile e sobrietà, pochi capi, bellissimi, poco abbordabili (qualche miracolo si può fare durante  saldi). Un altro negozio interessante ma defilato è il nuovo monomarca di Malloni -forse il marchio italiano più creativo e sottovalutato degli ultimi anni-, prima nella galleria di piazza San Babila. Per sognare e guardare solo le vetrine, c'è il superlusso della pelletteria firmata Valextra (alla faccia delle borse monogrammate, quello di Valextra è stile), il fascino di Bottega Veneta dai prezzi impossibili, i vestiti da sogno del monomarca di Alexander McQueen. Tanta amarezza per il negozio sotto-sopra di Viktor&Rolf che ha chiuso per per riaprire con l'insegna di Michael Kors (*non ne sono certa, devo passare per controllare), ma che c'azzecca uno spazio così creativo con la borghesia americana?


Chiudo con le boutique, il modo migliore di fare shopping con una selezione preconfezionata. Dantone e Antonioli sono la meta per chi ama il rock, il nero, lo sperimentale e il decostruito: Ann Demuelemeester, Rick Owens, Neil Barret ma anche i colori di Dries Van Noten, Rodarte e così via, per non parlare dell'attenzione che hanno per gli emergenti! Banner è più per donne/signorine e chi non ha tempo di fare tutto il giro della zona: tantissime marche, dalle certezze (Hogan, Pucci, Marc Jacobs) ai marchi emergenti o solo di tendenza (come le scarpe Melissa, non i finti marchi emergenti come Guru, Frutta, nonono). Giò Moretti ha un grande spazio, dal 1970: vende anche cd e libri, raffinatissima selezione con una particolare attenzione per gli americani (Kors, Donna Karan).


Un'ultima cosa: vi sfido ad entrare nel negozio di Margiela, vediamo se vi spaventate anche voi!

Fabthug

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2 commenti:

  1. Molto bello, complimenti.
    Può essere interessante aggiungere che via Montenapoleone e il Quadrilatero hanno anche anche un portale internet dedicato Italiano e Inglese..obviously....quando si dice..il lusso ;-) http://www.viamontenapoleone.org

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